Nasce un bambino… e nasce una mamma

madre-e-figlia-t13806Eccolo, è il tuo cucciolo.

Dopo nove mesi di fantasie, di aspettative, di timori, di insicurezze, ora tuo figlio è lì e tu sei diventata improvvisamente mamma. Per sempre.

Ma tuo figlio ora è un essere indifeso: il cucciolo dell’uomo è l’unico essere che, dopo la nascita, ha bisogno di accudimento e, tenerlo a stretto contatto con te, è una sorta di prolungamento del periodo intrauterino trascorso. Ascoltare il battito del cuore della mamma, il suo odore, lo rassicura e gli permetterà di crescere fiducioso e sicuro.

Gli permetterà cioè di costruire, ciò che Bowlby, psicoanalista del ventesimo secolo, ha definito “un attaccamento sicuro”.

Gli esseri umani hanno una predisposizione innata a formare relazioni con le figure genitoriali primarie.
Queste relazioni si formano durante il primo anno di vita del bambino ed hanno la funzione di proteggere la persona “attaccata”.

Ma come permettere che ciò avvenga?

“Le coccole, i giochi, le intimità del poppare attraverso le quali il bambino impara la piacevolezza del corpo di sua madre, i rituali dell’essere lavati e vestiti con i quali il bambino impara il valore di se stesso, attraverso l’orgoglio e la tenerezza della madre verso le sue piccole membra, queste sono le cose che mancano” (Bowlby)

Le richieste di un bambino vanno innanzi tutto ascoltate. Per Bowlby prendere in braccio il proprio piccolo che piange è la risposta più adeguata, da parte della madre, ad un segnale di disagio del bambino. La sua è una richiesta vera, non un capriccio come alcuni sostengono; non crescerà viziato se la madre risponderà ai suoi bisogni ma, semplicemente, sicuro e sereno.

Il contatto fisico, i massaggi, le carezze sono tutti gesti che rinforzano l’attaccamento e permettono alla diade madre- bambino di entrare in relazione, di conoscersi, di amarsi. Se un bambino si sente amato dalla propria madre imparerà ad amarsi a sua volta, ad avere fiducia in se stesso.

L’allattamento anche contribuirà a solidificare questa unione, ma se non potrà essere al seno, dovrà essere comunque un momento tranquillo: il contatto visivo, insieme alla vicinanza della madre e al calore dell’abbraccio, gli infonderanno sicurezza. Anche il suono e il ritmo della voce materna favoriranno le basi per il linguaggio.

Un altro momento di contatto è quello del bagno: il calore dell’acqua, le mani della mamma, la sua voce, rassicurano il piccolo dandogli la stessa sensazione di essere ancora immerso nel liquido amniotico.

La presenza della madre è importante in questi primi momenti, ma quella del padre lo è altrettanto, come supporto della diade madre-figlio, sollevando la compagna dalle incombenze della casa e proteggendo l’ambiente affettivo da intrusioni esterne. In questa fase è necessaria, da parte di entrambi, molta comprensione e comunicazione sincera, per far fronte alle naturali difficoltà che dovrà affrontare la coppia coniugale nella sua trasformazione a coppia genitoriale.